Da 14 anni la stazione meteo di LSI LASTEM sul tetto del mondo
La stazione meteorologica di LSI LASTEM è stata installata nel 2008 sul monte Kala Patthar, Everest, e fa parte della strumentazione del Laboratorio e Osservatorio della Piramide. A novembre è stata aggiornata con l’aggiunta della webcam più alta del mondo.
La valle del Khumbu, Nepal, è oggetto di un monitoraggio climatico di lungo periodo, attraverso 7 stazioni meteorologiche LSI LASTEM operative in 7 siti diversi, dal la città di Lukla (2800 m) fino al monte Kala Patthar (5600 m). Tutte regolarmente funzionanti da oltre 14 anni affrontano quotidianamente le più avverse condizioni che si verificano a tali quote.
La strumentazione meteorologica affronta con robustezza, precisione e stabilità di funzionamento le severe fasi climatiche che si susseguono nella zona himalayana, a partire dai monsoni con piogge ininterrotte per oltre tre mesi, all’inverno secco e freddo con venti intensi e temperature rigidissime.
L’attività di monitoraggio è gestita dal progetto di ricerca del Laboratorio e Osservatorio della Piramide, situato a 5.050 m di altitudine alle pendici del monte Everest, e promosso da Ev-K2-CNR (Dipartimento del Consiglio Italiano delle Ricerche Nazionali), da EvK2Minoprio, dal NAST (Nepal Academy of Science and Technology) e da diverse università italiane, quali UNIMI, UNI Chieti, UNICA e UNIBS.
A Novembre 2022, la stazione meteorologica sul monte Kala Patthar a 5600 m di altitudine, perfettamente operativa del 2008, è stata aggiornata divenendo una AAWS (Advanced Automatic Weather Station) rilevando, in aggiunta, specifiche misure microclimatiche di radiazione e temperature del suolo. In contemporanea, è stata installata la nuova EWC (Everest Web Cam) la webcam più alta al mondo.
Il Laboratorio/Osservatorio della Piramide
Il Laboratorio/Osservatorio Ev-K2-CNR è un centro di ricerca nato negli anni ’90, a seguito dell’idea di Ardito Desio, riconosciuto esploratore, geologo e alpinista, con lo scopo di permettere la raccolta di dati e informazioni scientifiche sul clima delle montagne himalayane, a loro volta sensibili indicatori dei cambiamenti climatici globali.
La struttura, chiamata “Piramide” per la sua forma, funziona come laboratorio di ricerca multidisciplinare ad alta quota, a cui si aggiungono le funzioni dell’Osservatorio,denominato NCOP (Nepal Climatic Observatory Pyramid), che è dotato di strumentazione specifica per il monitoraggio della qualità dell’aria.
La stazione meteo di LSI LASTEM presso il monte Kala Patthar: una stazione automatizzata e avanzata
La stazione meteo di LSI LASTEM di Kala Patthar, equipaggiata con il data logger E-log, si trova a 5600 metri di altitudine, ai piedi del monte Pumori 7150 m, sullo spartiacque himalayano e al confine col Tibet, dove risente delle variabili meteorologiche di entrambi i “motori climatici”.
Installata nel 2008, la stazione fornisce dati meteo a standard WMO, a cui sono stati aggiunti quest’anno ulteriori sensori per lo studio delle grandezze che partecipano al bilancio energetico delle alte zone microclimatiche nepalesi a confine col Tibet:
- le radiazioni ultraviolette (UV-A) con lo specifico sensore;
- la temperatura del terreno, che rileva l’energia delle radiazioni solari;
- le misure radiometriche: 5 misure specifiche, comprendendo sia la radiazione solare globale sia quella proveniente dal terreno.
“La sfida di affrontare il monitoraggio climatico a lungo termine in Himalaya è stata resa possibile grazie al know-how di LSI LASTEM, come afferma Gian Pietro Verza, Responsabile Tecnico della Piramide, ed al completo controllo sulle tecnologie, con il continuo impegno a garantire l’affidabilità delle stesse anche per gli ambienti estremi.”
Una rete di stazioni meteorologiche in ambiente estremo
La rete delle diverse stazioni meteorologiche tutt’oggi attive è fiore all’occhiello dell’esperienza italiana nell’analisi dei fenomeni meteorologici delle montagne più alte del mondo.
Si tratta di 5 stazioni meteo (compresa quella di Kala Patthar) installate in un periodo dal 2000 al 2011.
Le stazioni si trovano presso la Piramide (5050 m), nelle vicinanze dell’aeroporto locale di Lukla (2660 m), nella sede del parco Nazionale dell’Everest (Sagarmatha National Park) di Namche (3570m), presso uno dei più alti villaggi permanentemente abitati: Pheriche (4260m), e infine sul ghiacciaio di Changri Nup (5700m).
Un’altra rete di 3 stazioni collegate tra loro è stata attivata in Pakistan, comprendendo le zone di Askole (3000m), Urdukas (3926m) e infine Concordia (4700m).
Si tratta di reti di stazioni uniche al mondo in una zona impervia come quella himalayana.
Come afferma Gian Piero Verza, che ha visto nascere il progetto Piramide, non sarebbe stato possibile realizzare la rete delle stazioni meteorologiche in Nepal senza il supporto di LSI LASTEM, supporto che è stato garantito anche per il test della AWS del Colle Sud dell’Everest a 8000 metri.
La webcam sul tetto del mondo, una finestra sull’Everest
La videocamera installata quest’anno è stata posizionata a 5600 metri di altitudine sul monte Kala Patthar, fronte Everest, e registra un’immagine al minuto, da una distanza di soli 10 km in linea d’aria, dal punto più alto del pianeta.
L’idea della webcam, alimentata da pannelli fotovoltaici e con trasmissione wireless e collegamento satellitare a internet, è di Gian Pietro Verza. Guida Alpina, progettista elettronico, responsabile tecnico del Laboratorio Piramide e consulente/tecnico di LSI LASTEM. Gian Pietro ha coordinato l’intervento con gli sherpa per l’installazione. La webcam di Kala Patthar, la più alta al mondo, supera il precedente record appartenente a quella della Capanna Margherita sul Monte Rosa.
“Come progettista elettronico e guida alpina ho avuto il privilegio di occuparmi di tecnologie alle quote più alte possibili, in ambienti tanto aspri quanto affascinanti.
Esprimo la mia gratitudine a uomini come Ardito Desio e Agostino da Polenza che hanno creato e creduto in questo progetto. Stima e riconoscenza a LSI LASTEM e altre aziende che hanno scommesso nella instancabile creatività della ricerca italiana e l’hanno sostenuta.
Ma la mia ammirazione, ed anche ringraziamento di cuore, va a tutti quegli umili disperati e curvi portatori Nepalesi che, trasportando materiali e strumentazione, non mi hanno fatto mai mancare un sorriso anche sotto i carichi più scomodi e il terreno più scivoloso.”
Gian Pietro Verza