Due chiacchiere con Alfredo Astori, il direttore del Dept. Research and Development
Buongiorno Alfredo, raccontaci qualcosa di te
56enne, bergamasco, sposato e con due figli, amo lo sport all’aria aperta e la natura, ma fra le mie passioni principali c’è sicuramente la musica.
La passione per la tecnologia, in particolare dell’elettronica, è nata in me già da ragazzino. Ricordo che trascorrevo ore ed ore smontando e rimontando oggetti trovati in casa. Devo dire che, alla fine, tutto ciò ha contribuito a far crescere in me la voglia di capire le soluzioni tecniche adottate.
Lavori in LSI LASTEM da ben 35 anni e sei un riferimento dell’azienda. Quale è stato il percorso umano e professionale che ti ha condotto qui?
Al termine dell’anno da militare ho voluto trovare subito un lavoro che potesse dare un senso ai miei 5 anni di studio da tecnico elettronico e alla passione per i primi home-computer disponibili sul mercato (Sinclair ZX-80 e Commodore Vic-20 in primis). Forte di questo entusiasmo mi sono presentato nel 1985 al colloquio in LSI Lastem. L’azienda, all’epoca, puntava fortemente allo sviluppo di nuovi prodotti basati sull’uso di microprocessori e sistemi operativi proprietari di tipo multi-tasking. Che dire: per me essere riuscito ad entrare in quegli uffici, o meglio laboratori, era un sogno che diventava realtà. Devo aggiungere che tutto ciò è avvenuto rispondendo ad un unico articolo di ricerca personale trovato su un unico quotidiano acquistato, quasi casualmente, in una località di vacanza al mare. Qualcuno direbbe che ciò sia frutto di un destino già scritto; io, che sono una persona più pratica e “terrena”, lo definirei invece in un altro modo…
In quanto Direttore della Ricerca e Sviluppo della società, come interpreti il tuo ruolo, quali sono le sfide che devi affrontare ogni giorno?
In tutti questi anni trascorsi “sporcandomi le mani” con la tecnologia, la sfida principale è sempre la stessa: le scelte tecniche dettate dall’ esigenza di ottenere un prodotto pronto il prima possibile si scontrano con la necessità di avere una visione di più lungo termine. La scelta della soluzione tecnologica più efficace fatta oggi, mi riferisco a quelle dei componenti elettronici ma anche dei sistemi operativi, dei protocolli di comunicazione e dei linguaggi di sviluppo, deve costituire una solida base anche per i prodotti che saranno sviluppati negli anni a venire.
Prima della globalizzazione e l’avvento di Internet il lavoro era probabilmente più semplice, malgrado non fosse così ampia la disponibilità di informazioni quanto oggi. Oggi esistono una selva di soluzioni tecnologiche ogni tipo. È essenziale valutarle sapientemente poiché molte di esse sono frutto di sviluppi affrettati e a volte incompleti, di tecnologie informatiche potenzialmente vincenti ma che poi, per ragioni collaterali, mutano violentemente o addirittura scompaiono in un troppo breve tempo. Per queste ragioni la scelta delle soluzioni tecnologiche non è mai banale soprattutto se si aspira ad avere una visione di lungo termine. Da questo punto di vista non vi è dubbio che la qualità paga sempre, poiché i benefici durano nel tempo.
La mia esperienza si confronta e scontra con le visioni dei tecnici più giovani che lavorano validamente al mio fianco. Le loro visioni e proposte sono caratterizzate, com’è giusto che sia, da un approccio più istintivo, a volte di opportunità contingente o non abbastanza razionale. Tutto ciò si traduce in poche parole: evoluzione necessaria, qualità concreta, apertura mentale, passione, umiltà.
Che cosa ti piace di LSI LASTEM e del tuo lavoro?
Le maggiori soddisfazioni nel mio lavoro le ottengo quando il nostro progetto diventa la soluzione che risolve concretamente le necessità dei nostri clienti. In tal senso il fornire un valido aiuto a chi opera su tematiche di carattere ambientale, sia che ciò sia rivolto alla protezione della natura, sia al benessere dell’uomo, mi dà una profonda soddisfazione e il senso di ciò che faccio giorno per giorno.
La grande varietà di mercati applicativi in cui opera LSI Lastem costituisce, per chi lavora come me sulla parte di sviluppo tecnico dei prodotti, una grandissima opportunità di crescita dovendo aver a che fare con le più svariate tematiche inerenti alla protezione ambientale e artistica, ma non solo.
In tutti questi anni ho affrontato problematiche applicative molto diverse, alcune legate al mondo industriale, come per esempio il monitoraggio delle temperature nei camion frigoriferi, altre alla sicurezza sul lavoro con la rilevazione delle condizioni di pericolo dovute alle condizioni del vento nei porti commerciali o al benessere nei luoghi di lavoro, al mondo artistico con il monitoraggio delle sale dei musei e delle opere d’arte fra le più iconiche e rappresentative della cultura umana, il monitoraggio della temperatura dell’acqua e dell’altezza delle onde rilevate presso le piattaforme petrolifere in mare Adriatico.
L’esperienza più emozionante è stata quella della messa in marcia della stazione meteorologica più alta al mondo, in uno dei luoghi più inospitali del pianeta, a Colle Sud sul monte Everest, altitudine 8000 m.
Ricordo quel giorno in cui la squadra di alpinisti, coadiuvati dagli sherpa, hanno installato la nostra stazione dopo un’estenuante ascesa e il forte pathos che aveva generato in tutti noi la comunicazione in tempo reale, realizzata usando i telefoni aziendali in viva voce “generale”, durante la connessione remota con il personale tecnico operante presso la piramide del Ev-K2-CNR in Nepal, a loro volta connesso via radio con gli alpinisti, durante la fase più critica di quella difficile impresa. Pochi istanti dopo l’attivazione dell’alimentazione il sistema di telecomunicazione posto in Piramide ha rimbalzato verso gli uffici LSI Lastem i dati meteorologici rilevati sul punto più alto della terra che avesse ospitato, fino a quel momento, una completa stazione meteorologica. Non posso dimenticare le grida di gioia e gli applausi che si diffondevano in quel momento nei nostri uffici, alla notizia che i parametri ambientali erano correttamente misurati e perfettamente ricevuti dai sistemi di telecomunicazione posti in Piramide.
Le esperienze che ho maturato in tutti questi (tanti) anni di appassionato lavoro in LSI Lastem ed i risultati e soddisfazioni che da esse ho tratto mi rendono sicuramente consapevole di aver contribuito, in qualche modo, al miglioramento dell’esistenza umana e questo è, dal mio punto di vista etico, una delle più importanti motivazioni che ognuno di noi dovrebbe cercare quotidianamente nel proprio lavoro, al di là di tutto il resto.